Sabato 21 ottobre la redazione di LAV ha avuto il piacere d’essere stata invitata al Convegno Nazionale del Club Alpino Accademico Italiano, tenuto a Feltre presso la Sala di Rappresentanza di Confindustria. Tema del Convegno: il riscaldamento globale e i suoi effetti sulla montagna e sulla sua frequentazione. Qualificati divulgatori scientifici – da Maurizio Fermeglia a Silvia Stefanelli, da Carlo Barbante a Paola Favero – hanno adeguatamente informato sull’attuale gravità della crisi climatica, pure considerato che chi oggi governa la Terra continua a mettere in secondo piano le cure, nonostante l’Accordo di Parigi parli chiaro. Ma non solo per questo allarmante aspetto si è distinto il Convegno. L’incontro, infatti, si è aperto con un momento celebrativo che segna un altro cambiamento – questa volta felice – che a qualcuno ha ricordato vecchie storie.
Tra il 1954 e il 1962 il CAAI si trovò incagliato in questioni spinose: furono proposte alcune candidature d’alto spessore culturale ma prive delle peculiarità alpinistiche richieste, e i nomi erano quelli di Dino Buzzati, Bepi Mazzotti, Arturo Tanesini e Piero Rossi. Solo Mazzotti fu ammesso al sodalizio, grazie alla specifica attività risalente agli anni Trenta. A Feltre questa volta è andata diversamente e l’Assemblea ha proclamato soci onorari per meriti culturali Enrico Camanni e Marco Albino Ferrari (oltre a Giuliano Giovannini per l’alpinismo praticato nonostante una grave menomazione). Del resto se «l’alpinismo deve essere raccontato, perché si svolge in un luogo senza pubblico» (Ferrari) e se «l’alpinismo è cultura. Abbiamo bisogno di una buona storia, perché non è una questione di memoria, ma di storia» (Camanni), ecco che luoghi come LAV divengono utili soste lungo la via della conoscenza.
Sulla scorta del Convegno e del tema climatico, questo numero propone gli illuminanti scritti di Sara Segantin, Paola Favero e Luigi Cavaleri; quindi l’inchiesta curata da Riccarda de Eccher sull’essere madre e alpinista estrema, il “manifesto” di Silvia Metzeltin sulla figura sempre attuale di Ettore Castiglioni, e ancora altre voci come quelle di Flavio Ghio e Ledo Stefanini, Emanuele Confortin e Annibale Salsa, Stefano Zaleri e Alessandro Masucci …
Nonostante il mio generale ottimismo, confesso che dopo il Convegno hanno iniziato a rimbalzarmi in testa certi versi catastrofici di “London Calling”: «Sta arrivando l’era glaciale, il sole piomba giù, fusione in vista, il grano cresce male…» (the Clash, 1979). Meglio ritrovarsi in alcune vecchie righe di John Muir che conservano tuttora un certo potere lenitivo e aiutano a non mollare l’appiglio: «Venite nei boschi perché qui c’è il riposo. Non esiste quiete come quella dei boschi verdi e profondi. Qui cresce la violacciocca e la violetta. Lo scoiattolo verrà a sedersi sulle vostre ginocchia, il picchio dal becco avorio vi sveglierà al mattino. Qui dormirete dimenticando ogni male. Di tutte le altezze accessibili ai mortali, non c’è altezza paragonabile a quella di monti».
Buona lettura.

m.g.